martedì 6 marzo 2012

LONDON DAY 1

Quando un uomo è stanco di Londra, è stanco della vita.

Sir Samuel Johnson

London Day 1.

Trying to find out the words to explain my feelings about this city, but I can't...
It's the most amazing city in the whole world, that's it.

Chiunque può sentirsi parte di questa città, da qualsiasi parte del mondo tu venga, a Londra troverai un posto da occupare, tu completerai la città e la città completerà te.
Questo è quello che provo io camminando per le sue strade, per i suoi parchi con il naso per aria dreaming about my future there.
Sono stati molteplici i fattori che mi hanno portata ad amare Londra ed uno di questi, forse il principale è la musica...i Beatles si certo, ma soprattutto i punk del '79 con la loro rabbia.

Passavo ore ad osservarli – erano tra i primi – pieni di energia avevano un atteggiamento orgoglioso – si aggiravano per le vie del centro come felini nella savana – tutti li guardavano – qualcuno cercava di fotografarli di nascosto – ma il flash che emanavano loro era assai più forte.
(Costretti a sanguinare, Marco Philopat)

E poi c'è stato un film del 1987 con Anthony Hopkins “84 Charing Cross Road” che vidi un afoso pomeriggio di agosto con mio padre, l'ho adorato.

Ogni volta che vado a Londra però ho sempre l'impressione di non vedere abbastanza....manca sempre qualcosa.
Abbiamo camminato, abbiamo mangiato, mi sono stordita osservando quanto più potessi osservare, eppure...eppure non sono soddisfatta, mi sento comunque una stupida turista italiana che chiunque può etichettare.

Mari







Quella cosa che senti suonare è la sveglia. No, non è un brutto incubo. È soltanto la prima volta dopo settimane di esami che sei così felice di sentirla suonare. Lo schermo luminoso segna le 4:00. Un “Buon giorno” abbozzato risuona di fianco alla tua brandina: è la tua futura compagna di viaggio. Caffè bevuto ad occhi chiusi (non ti rendi conto che lo devi assaporare intensamente, perché dove stai andando è tutto favoloso meno che il caffè). Bagagli fortunatamente chiusi la sera prima; caricati. Partite.  
Firenze – Pisa sul sedile posteriore: sveglia a sobbalzi, a seconda delle frenate.
Corsa per il check in e.. schiaffo n.1 Rayan Air. Donna al limone dice: “No, troppi bagagli! Un bagaglio a mano. Uno!”. Cacchio. La valigia 15 kg (pagata extra), il bagaglio a mano massimo 10 kg, misure 90 – 60 -90 (no queste sono femminili) oddio quanto deve essere grande?! E se non è della forma esatta e se non passa … stress low cost per tutti voi!
Il meglio arriva intorno alle nove e mezza. I bagagli sono nel pancione del pullman Stansted – Victoria e tu dopo una gigantesco bicchiere della Coca- Cola contenente cappuccino e un muffin al cioccolato, che solo in una condizione psicofisica del genere potevi riuscire a finire (più che altro assomigliava ad una torta), stai guardando fuori dal finestrino. Li, insieme alle macchine che ti superano dal lato sbagliato, c’è Londra. 
Metropolitana: linea gialla: Circle. Deposito bagagli. C’è ancora tempo prima che l’appartamento sia libero e così si decide di rimanere nelle vicinanze. Metro nuovamente: biglietto giornaliero per vagare in zona 1 e 2. Direzione: Notting Hill. Ora si che te ne rendi conto. Londra non è così fredda oggi, c’è un leggero spiraglio di sole: siete libere di vagare.  
Pronte per sperimentare. Si parte da “Fresco”, ristorantino libanese, dove ti accorgi, spesso i londinesi passano per una pausa pranzo take away. Si perché ormai è arrivata l’ora di pranzo. Sguardo semi allibito di fronte al menu. Ora non solo non conosci tutti i nomi di ortaggi e elementi-non-ben-individuati esposti in lingua inglese, ma ti accorgi che proprio non ne sapevi l’esistenza. Interviene la tua compagna di viaggio e salva il pranzo: “I falafel sono fatti con i ceci. Sono tipici. Dai, proviamo!”. E falafel fu.
Poi passi, sempre passi e camminate. È così che abbiamo cominciato: puoi guardare vicoletti e case colorate. Sono un arcobaleno le case di Notting Hill, un mach di colori. Oggi non è giorno di mercato (è martedì), così decidete che dovrete assolutamente tornare. Lo scrive anche la guida: mercatino delle pulci venerdì. Un salto prima di partire. Il nostro programma inizia a prendere forma.
Slalom tra una strada e l’altra, qualche fermata alle vetrine caoticamente attraenti e riusciamo anche a ritrovare la libreria di Giulia Roberts e Hugh Grant.
È tardi, è ora di ritornare a riprendere le valigie per andare nel piccolo monolocale prenotato. Ultimo piano in una delle mille vie che si chiamano “Craven” del quartiere; un impresa trovarlo.
Stato energetico dei due soggetti protagonisti dopo tutto questo: quasi nullo. La ricarica improvvisa avviene alla proposta di raggiungere Picadilly, sinonimo di negozi. Inizia a farsi buio. Il fisico richiede un mega muffin ( o la golosità?!). Ci pentiamo presto amaramente di averlo preso da Starbucks, perché entriamo da Fortnum and Mason, la più famosa tea room inglese. Un parco giochi di dolciumi dorato con camerieri in tait. Gironzoliamo ancora per un po’ tra riflessi e luci dopo essere uscite da li. Scattiamo entusiaste.
È ora di tornare, ma tentando di incastrare le mille voglie dei prossimi giorni. I posti sono tanti: il progetto strappa il più possibile a Londra è iniziato. La metro è già diventata nostra amica le gambe hanno capito cosa gli toccherà. 

Fede.

















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