mercoledì 23 maggio 2012

DANDELION






La prima volta che li abbiamo visti faceva freddo. Li indossava ancora solo lei, la nostra compagna di università. Erano bianchi, beige, panna: romantici e raffinati. Leggeri come la neve che è caduta poco dopo. Poi è uscito il sole. Sono diventati turchesi, verdi, lilla, marroni, corallo. Leggeri come i fiori da cui prendono il nome. E soprattutto sulle orecchie di tutti.







Sono i Dandelion di Carlotta&Carlotta. Impalpabili pizzi macramè; divenuti giorno dopo giorno, il regalo più ambito da ognuna di noi.
Nascono a Firenze, in un piccolo laboratorio all'interno di un giardino fiorito e dalla testa di due giovanissime omonime. Ti senti un privilegiato a poterci entrare; sembra un giardino segreto, custode di magie da portare alle orecchie. È solo di queste due ragazze. Loro inzuccherano,cuociono e pongono uno ad uno gli swarovsky. Mai un paio uguale all'altro, a volte una sorpresa per le stesse creatrici. La parola d'ordine: unicità.  

F.M.












PUNTI VENDITA:

LABORATORIO DANDELION FIRENZE
Vendita su appuntamento 
Via di Ripoli, 210 interno
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Carlotta 339 8887998

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Via Fumagalli, 9
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lunedì 14 maggio 2012

Il Mercatino di Forte dei Marmi


Quando arriviamo a doverci togliere la sabbia dai piedi per infilare di nuovo calze e scarpe sono le quattro. Il tempo è volato, scappato, in questa giornata. Il sole scalda così forte; siamo rimaste in maglietta e canotta. Con i risvolti ai pantaloni abbiamo infilato per la prima volta i piedi nella sabbia calda e intinto le dita nell’onda che arrivava sul bagnasciuga. Solo un’ora al sole e ho il segno dell’orologio.
Non ero mai stata al Forte, così la mia compagna fa da guida. Corriera al mattino presto; la Lazzi fa qualche fermata in più, ma permette di vedere tutto. Così Lucca, Viareggio, ricordi della Capannina di chi mi sta a fianco e di stabilimenti in cui ti chiami da un capo all’altro del locale perché su ogni tavolo c’è un telefono; giochi di una dodicenne. Macchinoni e giraffa spuntano dal locale di uno degli uomini con occhialetti sfumati di blu più famoso che ci sia: Briatore. Poi finalmente la nostra meta: il mercato.
Lo scopo è una pseudo Peek-a-Boo fendiana; perfetta in ogni dettaglio. Rosso porpora ed enorme; l’ha trovata eccome la mia compagna, e si è fatta un gran regalo. Il mercato è un circolo, nel quale infilarsi lasciandosi circondare dalle due circonferenze concentriche delle bancarelle. Cashmere a prezzi stracciati, malgrado non sia certo la stagione adatta per avvolgercisi (ci saranno almeno 25°/30°), canotte fluo e vestiti, pantaloni, giacche, borse, scarpe. Non è un’accozzaglia, si vede la cura con cui te lo si vuole presentare. Ad un tratto un cappello di paglia, con quattro rose enormi ed un nastro fucsia, spunta sotto una vispa signora: la dolcissima e pacchianissima bancarella vende borse di paglia con attaccato … bhè con attaccato quasi tutto ciò che possa essere rosa o lilla, ed enorme. Sono borse con fiori finti e nastri di ogni foggia; qua e la spuntano appiccicati ad un fiore persino orsetti di peluches. Dopo il mercato insalata e schiacciatine “bone bone” da Alessio, una delle tante macchie di colore delle vie del Forte e un giro fra una piazzetta e una stradina. I luccicanti negozi. La spiaggia, ma da quella avevo iniziato.
Sarebbe da vivere per un’estate intera questo posto; sembra dipinto.

Fede.
















Senza tempo, è così il Mercato di Forte dei Marmi, ci andava mia nonna, ci andava mia mamma e ora ci vado io. Appuntamento fisso che segna l'arrivo dell'estate: ballerine, vestitini corti, orecchini e collane colorati, borse a non finire. Ci perdi gli occhi e spesso anche il portafogli :).
Voglio bene a questo piccolo gioiello della Versilia, con i suoi negozietti chic e la salsedine nell'aria, la merenda con le schiacciatine di Valè e le serate cominciate in piazzetta e finite alla Capannina. Tanti ricordi si affollano nella mente, estati passate, la prima vacanza con le amiche, il primo bacio, i gelati con la nonna, felicità e spensieratezza.

Mari.

 

martedì 13 marzo 2012

LONDON DAY 2






Mattina, le 8:00.
Quella strana sensazione che ti coglie appena sveglia, quando ti rendi conto di non essere nel tuo letto e di avere un'intera giornata da passare nella tua città preferita con la tua migliore amica.
Wow.
Sei a Londra, davvero. E l'unica cosa di cui senti il bisogno immediato è una caraffa di caffè.
Le gambe e i piedi doloranti per i chilometri macinati il giorno prima, ma non importa.
Uno starbucks non lo trovi mai quando ne hai bisogno e così senza rendertene conto da Bayswater arrivi in Oxford Street, ti confondi tra la folla, fai un giro da Selfridge e sei piena di felicità.

Mari.



Buon giorno luoghi comuni! È da qui che è iniziata al seconda giornata.
No non sono matta, non sto dicendo che Londra è un luogo comune, sto parlando di quelli figurati. Si, perché è con la ricerca di uno Sturbucks che è partita la mattina. E se ne cerchi uno, profondamente convinta di averlo visto sulla stessa strada che ora stai percorrendo a piedi e che il giorno prima hai fatto in autobus, fidati, quello non ci sarà. 
Ma la strada ti lascia vagare, probabilmente perché è da un’altra parte che devi arrivare; dove ti aspetta qualche cosa, che tu non sai, ma che devi vedere. È così che siamo arrivate a piedi fino a Piccadilly e uscendo dalla porta con il tipico bollino verde scuro, in mano un enorme bicchierone, ci siamo trovate davanti …



Ipnotizzate dagli sbrilluccichi abbiamo deciso di rimandare per un attimo Westminster e il Big Ben. Scarpe: tipico debole femminile.
Il tempo però è stato nostro alleato. Ci credo sul serio, questa giornata doveva essere così; gli stessi inghippi, gli stessi passi. Una metropolitana dopo, un’altra strada, e non saremmo arrivate davanti a Buckingham Palace in quell’esatto momento. Certo, ce n’era di gente per un comune cambio della guardia. Quanta polizia poi. Transennato ovunque. Sguardi perplessi. Poi una bentley viola. Flash. I poliziotti si muovono, seguono la macchina. Dal finestrino dell’auto melanzana un gesto visto parecchie volte sugli schermi: il saluto della regina.  Sorpresa di sua maestà, regalo per due viaggiatrici. 

Fede.


















mercoledì 7 marzo 2012

LONDONER

Notting Hill: underground

Piccadilly Circus

Piccadilly Circus

Brompton Road: Harrods

Sloane Square

Sloane Square

Sloane Square

Hampstead


Notting Hill: marketplace

 Notting Hill: marketplace

Notting Hill: marketplace

martedì 6 marzo 2012

LONDON DAY 1

Quando un uomo è stanco di Londra, è stanco della vita.

Sir Samuel Johnson

London Day 1.

Trying to find out the words to explain my feelings about this city, but I can't...
It's the most amazing city in the whole world, that's it.

Chiunque può sentirsi parte di questa città, da qualsiasi parte del mondo tu venga, a Londra troverai un posto da occupare, tu completerai la città e la città completerà te.
Questo è quello che provo io camminando per le sue strade, per i suoi parchi con il naso per aria dreaming about my future there.
Sono stati molteplici i fattori che mi hanno portata ad amare Londra ed uno di questi, forse il principale è la musica...i Beatles si certo, ma soprattutto i punk del '79 con la loro rabbia.

Passavo ore ad osservarli – erano tra i primi – pieni di energia avevano un atteggiamento orgoglioso – si aggiravano per le vie del centro come felini nella savana – tutti li guardavano – qualcuno cercava di fotografarli di nascosto – ma il flash che emanavano loro era assai più forte.
(Costretti a sanguinare, Marco Philopat)

E poi c'è stato un film del 1987 con Anthony Hopkins “84 Charing Cross Road” che vidi un afoso pomeriggio di agosto con mio padre, l'ho adorato.

Ogni volta che vado a Londra però ho sempre l'impressione di non vedere abbastanza....manca sempre qualcosa.
Abbiamo camminato, abbiamo mangiato, mi sono stordita osservando quanto più potessi osservare, eppure...eppure non sono soddisfatta, mi sento comunque una stupida turista italiana che chiunque può etichettare.

Mari







Quella cosa che senti suonare è la sveglia. No, non è un brutto incubo. È soltanto la prima volta dopo settimane di esami che sei così felice di sentirla suonare. Lo schermo luminoso segna le 4:00. Un “Buon giorno” abbozzato risuona di fianco alla tua brandina: è la tua futura compagna di viaggio. Caffè bevuto ad occhi chiusi (non ti rendi conto che lo devi assaporare intensamente, perché dove stai andando è tutto favoloso meno che il caffè). Bagagli fortunatamente chiusi la sera prima; caricati. Partite.  
Firenze – Pisa sul sedile posteriore: sveglia a sobbalzi, a seconda delle frenate.
Corsa per il check in e.. schiaffo n.1 Rayan Air. Donna al limone dice: “No, troppi bagagli! Un bagaglio a mano. Uno!”. Cacchio. La valigia 15 kg (pagata extra), il bagaglio a mano massimo 10 kg, misure 90 – 60 -90 (no queste sono femminili) oddio quanto deve essere grande?! E se non è della forma esatta e se non passa … stress low cost per tutti voi!
Il meglio arriva intorno alle nove e mezza. I bagagli sono nel pancione del pullman Stansted – Victoria e tu dopo una gigantesco bicchiere della Coca- Cola contenente cappuccino e un muffin al cioccolato, che solo in una condizione psicofisica del genere potevi riuscire a finire (più che altro assomigliava ad una torta), stai guardando fuori dal finestrino. Li, insieme alle macchine che ti superano dal lato sbagliato, c’è Londra. 
Metropolitana: linea gialla: Circle. Deposito bagagli. C’è ancora tempo prima che l’appartamento sia libero e così si decide di rimanere nelle vicinanze. Metro nuovamente: biglietto giornaliero per vagare in zona 1 e 2. Direzione: Notting Hill. Ora si che te ne rendi conto. Londra non è così fredda oggi, c’è un leggero spiraglio di sole: siete libere di vagare.  
Pronte per sperimentare. Si parte da “Fresco”, ristorantino libanese, dove ti accorgi, spesso i londinesi passano per una pausa pranzo take away. Si perché ormai è arrivata l’ora di pranzo. Sguardo semi allibito di fronte al menu. Ora non solo non conosci tutti i nomi di ortaggi e elementi-non-ben-individuati esposti in lingua inglese, ma ti accorgi che proprio non ne sapevi l’esistenza. Interviene la tua compagna di viaggio e salva il pranzo: “I falafel sono fatti con i ceci. Sono tipici. Dai, proviamo!”. E falafel fu.
Poi passi, sempre passi e camminate. È così che abbiamo cominciato: puoi guardare vicoletti e case colorate. Sono un arcobaleno le case di Notting Hill, un mach di colori. Oggi non è giorno di mercato (è martedì), così decidete che dovrete assolutamente tornare. Lo scrive anche la guida: mercatino delle pulci venerdì. Un salto prima di partire. Il nostro programma inizia a prendere forma.
Slalom tra una strada e l’altra, qualche fermata alle vetrine caoticamente attraenti e riusciamo anche a ritrovare la libreria di Giulia Roberts e Hugh Grant.
È tardi, è ora di ritornare a riprendere le valigie per andare nel piccolo monolocale prenotato. Ultimo piano in una delle mille vie che si chiamano “Craven” del quartiere; un impresa trovarlo.
Stato energetico dei due soggetti protagonisti dopo tutto questo: quasi nullo. La ricarica improvvisa avviene alla proposta di raggiungere Picadilly, sinonimo di negozi. Inizia a farsi buio. Il fisico richiede un mega muffin ( o la golosità?!). Ci pentiamo presto amaramente di averlo preso da Starbucks, perché entriamo da Fortnum and Mason, la più famosa tea room inglese. Un parco giochi di dolciumi dorato con camerieri in tait. Gironzoliamo ancora per un po’ tra riflessi e luci dopo essere uscite da li. Scattiamo entusiaste.
È ora di tornare, ma tentando di incastrare le mille voglie dei prossimi giorni. I posti sono tanti: il progetto strappa il più possibile a Londra è iniziato. La metro è già diventata nostra amica le gambe hanno capito cosa gli toccherà. 

Fede.